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I ragazzi di Santa Giuliana in cucina e in fattoria con chef e agricoltori di Coldiretti

Verona, 24 luglio 2024. Un nuovo modo di curare la mente imparando a cucinare una ricetta come i grandi chef, a trasformare i prodotti della terra o quelli degli animali della fattoria come uova e latte. Soprattutto un'occasione per incontrare persone, intessere relazioni, lontani dal contesto sanitario in un ambiente aperto, naturale e di socialità. È l'esperienza che vivono gli adolescenti fragili dell'Ospedale di Santa Giuliana e del suo Caf, il Centro per l'Adolescenza e la famiglia, che, in collaborazione con Coldiretti Verona partecipano a due progetti sociali e innovativi dell'associazione veronese dedicati a loro: Laboratorio Cucina amica e Fattorie Coldiretti.

 

La collaborazione tra i due enti sta dando buoni frutti che sono stati illustrati oggi al mercato coperto Campagna Amica di Coldiretti in Galleria Filippini, in via Macello, a Verona.

Sono intervenuti Tiziano Zenere, direttore generale dell'ospedale di Santa Giuliana; Amedeo Bezzetto, psicologo e psicoterapeuta responsabile dell'Area riabilitativa Adolescenti e Caf di Santa Giuliana; Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona; Stefania Barana, referente per le Fattorie Sociali di Coldiretti Veneto; Paola Padovani, direttore generale della Cooperativa sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria.

 

Da oltre un anno un gruppo di ragazzi del Caf di Santa Giuliana, ogni settimana, hanno frequentato – con un educatore e un tirocinante – il laboratorio nella cucina del mercato coperto di Codiretti in centro città incontrando uno chef che li ha seguiti passo passo nel preparare delle ricette. Coldiretti ha provveduto a mettere a disposizione la cucina professionale, i prodotti a Km Zero e il cuoco della Cooperativa sociale Centro di lavoro San Giovanni Calabria.

 

Da un mese e mezzo, inoltre, un gruppo di ragazzi ricoverati in ospedale esce dalla struttura per fare attività in una delle fattorie sociali e didattiche della rete di Coldiretti Verona, dove si possono conoscere e sperimentare in modo diretto le tecniche di coltivazione e trasformazione dei prodotti agricoli e degli animali della fattoria, per imparare a fare la passata di pomodoro, i biscotti della nonna, il formaggio della Lessinia.

I risultati di questi progetti sperimentali saranno illustrati nei prossimi mesi in un convegno.

 

«Siamo molto contenti di questo progetto sociale di Coldiretti che ci mette a disposizione professionalità, spazi e strumenti – spiega Bezzetto – . Un anno fa il direttore Ruffini ci ha aiutato a iniziare il primo progetto del laboratorio di cucina con lo chef. Un'esperienza psicologicamente preziosa perché i ragazzi affrontano un compito non solo per ottenere un risultato, ma soprattutto perché soltanto seguendo il processo nelle diverse fasi potranno raggiungere l'obiettivo finale. Per i ragazzi ricoverati, invece, con il secondo progetto faremo uscite a ciclo regolare in diverse fattorie per promuovere una degenza a più ampio respiro: i ragazzi in fattoria faranno esperienza con prodotti agricoli e la loro trasformazione, mentre con gli animali da cortile si potrà lavorare il latte per fare il formaggio, utilizzare uova per pasta fresca e dolci, preparare caramelle al miele».

 

«Quella con lo chef è una attività psicoeducativa e riabilitativa ben collaudata – aggiunge Zenere – in un contesto strutturato e in sicurezza come la cucina professionale di Coldiretti. Mentre i ragazzi in fattoria didattica escono dalla struttura in un ambiente aperto e naturale, non sanitario. E fuori dall'ospedale sono diversi. Sarà utile in futuro fare una ricerca: sono contesti per misurare i cambiamenti interessanti che vediamo in loro. Ritengo che l'esperienza di Santa Giuliana con Coldiretti serva a promuovere salute, anziché solo curare i nostri ragazzi, e quindi sia un interessante ambito di prevenzione nel delicato contesto della salute mentale dei nostri giovani».

 

«Fin da subito – interviene Ruffini – abbiamo ritenuto utile metterci a disposizione dell'ospedale di Santa Giuliana per mantenere fede alla mission di Coldiretti che prevede un impegno a 360 gradi al servizio della comunità. La nostra Organizzazione può a tutti gli effetti essere definita come Forza amica del Paese e siamo pertanto molto orgogliosi di dare il nostro contributo per il benessere dei giovani della nostra società utilizzando le risorse che maggiormente ci rappresentano, vale a dire i prodotti delle nostre aziende e il know how in fatto di salubrità alimentare».

 

Gli fa eco Barana: «L'agricoltura è terapeutica e può essere un nuovo modo per curare il malessere del nostro tempo, oltre ad essere una risorsa economica per le imprese agricole».

 

«La mission della nostra Cooperativa Sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria – ha spiegato Padovani – è creare condizioni concrete di vita e occasioni di lavoro che soddisfino la legittima e possibile speranza di autorealizzazione e di benessere, in particolare valorizzando il bisogno di rinnovamento e di riscatto di persone che si trovano in modo temporaneo o permanente in situazione di svantaggio psicofisico e/o sociale, contribuendo così alla promozione umana delle persone, alla crescita e allo sviluppo sociale di tutta la comunità”. “La nostra mission – ha concluso Padovani - viene perseguita non solo attraverso l'inserimento lavorativo di persone di cui alla Legge 381/91, ma anche mediante la valorizzazione di competenze di soci della cooperativa che si mettono a disposizione per affiancare e accompagnare giovani con criticità e fragilità diverse».

 

L’Area Adolescenti dell'ospedale Santa Giuliana si occupa di ragazzi con fragilità psicologiche e disturbo psichiatrico e la struttura sulle Torricelle è Centro di riferimento regionale per la cura e la riabilitazione di adolescenti e ragazzi tra i 13 e i 21 anni. Un unicum in Italia. Il reparto ospedaliero ne può accogliere 38. In autonomia a integrazione della degenza, lavora il Caf, per giovani che hanno necessità psicologica, emotiva e relazionale, ma che non sono inseriti in un programma specialistico sanitario o che lo rifiutano.

 

 

L’ospedale Santa Giuliana. L’ospedale Santa Giuliana - in via Santa Giuliana, 3, a Verona - è una struttura sanitaria per la cura e la riabilitazione delle persone affette da disturbi psichiatrici. È un’opera dell’Istituto Sorelle della Misericordia di Verona, coordinata dal direttore generale Tiziano Zenere ed è accreditata dalla Regione Veneto e convenzionata con il sistema sanitario nazionale, eroga, quindi, prestazioni gratuite e al pari di una struttura pubblica. È, inoltre, Centro di riferimento regionale per la cura e la riabilitazione dei soggetti in età adolescenziali (13-21anni).

La Direzione Sanitaria dell’Ospedale Santa Giuliana, affidata al dottor Giuseppe Battaglia (psichiatra) può contare su 120 posti letto, di cui 119 accreditati, e conta oltre 120 fra dipendenti e collaboratori, tra cui medici psichiatri, psicologi coordinatori delle Aree Riabilitative Adulti e Adolescenti, per l’area di degenza degli adolescenti e del servizio di Psicologia dell’ospedale.

I pazienti sono ospitati in cinque reparti differenziati in base all’età: adolescenti (13-21 anni), adulti e anziani over 65.

I disturbi trattati: i pazienti ricoverati a breve o a medio tempo all’ospedale Santa Giuliana sono curati per depressione e disturbi dell’umore, bipolarismo, disturbi psicotici, della personalità, relazionali e del comportamento, disturbi alimentari disturbi d’ansia e attacchi di panico, problematiche psicopatologiche dell’adolescenza.

 

redatta il 24/07/2024

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